domenica 1 maggio 2016

Caffè e cornetto



Grosso modo da Frosinone in su, quando un cliente napoletano incappa in un barista napoletano, il più delle volte il barista si comporta come se avesse visto l'ultimo rinoceronte di Sumatra un attimo prima dell’estinzione.

Io: "Caffè e cornetto".
Il barista napoletano si illumina come un bambino che a Natale ha ricevuto una playstation ricoperta di zucchero filato: "Facitem’ ‘nduvinà, voi siete un paesano?"
Ora, potrei discutere per una buona mezz’ora sul concetto di “paesano” e sul fatto che, per dire, uno nato a Castellammare di Stabia non è “paesano” di uno che ha fatto il militare ad Avellino o le elementari a Pollena Trocchia.
Tuttavia il mio interlocutore non mi sembra tipo dal pensiero così raffinato, quindi rispondo affermativamente, ma con nonchalance, per non dare importanza alla cosa.
Il barista si asciuga la mano in fretta e furia, con deferenza, e la allunga, ancora umidiccia (mi auguro solo di acqua), per stringere la mia.
Gliela stringo a mia volta, riluttante, e facendo un rapido ripasso mentale di tutte le malattie debellate dal 1500, che rischio di prendere con tale gesto.

Reitero educatamente la mia richiesta di caffè e cornetto, nella pia illusione che il tono perentorio mi consenta di essere fuori dal bar nel giro di 45 secondi.
Ma il barista parte in quarta: "Volete lo zucchero di canna?", facendomi l’occhiolino e mimando il gesto di uno che si fa uno spinello.
Io (abbozzando una smorfia facciale a metà tra il sorriso per una battuta di Martufello e il movimento che fai con la lingua per toglierti un pezzo di pane tra i denti): "No grazie"
B “Ma l’avete capita la battuta?” e ripete la mossa dello spinello, alla disperata ricerca di conferme sul senso della sua intera esistenza.
(E come avrei potuto? È tra i quiz di accesso alla Bocconi e la sbagliano tutti)
Io: “Eh... carina

B "Ah, dottò, quindi niente canna, voi siete un intenditore? Uno di quelli che lo prende amaro?"
Io: "No, io veramente....."
B: "Ragiuniè, non mi dite che ci mettete il dolcificante. Quello è velenoso, è CARCEROGGILO, c'è dentro quella schifezza, come si chiama? La SHPARTAMMA"
Io: ".... L'aspartame.... Comunque no, io lo prendo con lo zucchero normale"
B (visibilmente deluso dalla mia banale e prevedibile mediocrità): "Ah. Dovreste provarlo amaro una volta. Se non provate non potete dire se vi piace"
(E tu dovresti provare a farti sodomizzare da un rinoceronte con un profilattico lubrificato al peperoncino. Se non provi non puoi dire se ti piace).
Io: "Ho già provato, ma lo preferisco zuccherato"
B: "Però mio nonno è muort' accussì"
(Era un barista rompipalle e un cliente gli ha spaccato la zuccheriera in testa?)
B: "Aveva il diabete altissimo perchè metteva troppo zucchero nel caffè. E per questo è morto"
Io: "Mi dispiace" (in realtà vorrei dire “Che modo del cazzo di morire”, ma evito)
B: "Stò pazziann!!! Mio nonno sta na' bellezza! Ci ammazza lui a tutti e due!"
(Se comincia da te, gli do una mano)

B: "Prufessò, io scherzo, ma voi vi dovreste stare attento ora che siete giovane"
Io: “Grazie per il giovane, ma...
B: "Dovreste prendere il decaffeinato. La caffeina è micidiale"
(È il tuo lavoro vendere caffeina e zucchero. Non ho mai sentito uno spacciatore dire ai suoi tossici "Ragazzi, io al vostro posto prenderei un bel thè freddo al limone, però fate voi, la vita è vostra.... Ah, e non dimenticate il Danacol, il colesterolo è un nemico silenzioso...")

B: "Capo, voi mi state simpatico..."
(In 7 minuti di straziante conversazione mi hai assegnato 5 titoli honoris causa, se mi nomini anche senatore faccio bingo)
B: "... Ma c'avete la faccia un po' a «signorino», mica siete uno di quei fissati che vogliono il caffè nella tazzina di plastica?"
Io: "No, va bene quella normale"
(A parte che "faccia a signorino" mi mancava, ti pregherei di notare la risposta secca e concisa. Vuol dire che non mi interessa un tuo simposio su origini e significato filosofico del caffè in monouso)
B: "No perchè....."
(Come non detto)
B (Si sporge dal bancone, guardandosi attorno per assicurarsi che nessuno lo stesse ascoltando, come uno sul punto di confessare la propria zoofilia ai suoceri il giorno del matrimonio): "Cavaliè, a voi lo posso dire, che siete acculturato e parlate italiano: il caffè nella tazzina di plastica lo chiedono i POCONTRICCI"
Io: "Gli... ipocondriaci?"
B: "Sì, vabbuò, quelli che si cacano sotto di toccare ogni cosa perchè si pigliano le malattie. Ma dico io, con tutto lo SMOCKE velenoso che respiriamo, col cibo pieno di CONTURBANTI che ci mettono dentro, tu t' miett' appaura di una tazzina? Io non li capisco proprio".
(Ogni volta che finisci una frase, un membro dell’Accademia della Crusca ha una fitta nei coglioni.
E comunque forse i “pocontricci” non hanno tutti i torti, vedendo la disinvoltura con cui tocchi le tazzine dopo aver fatto la scarpetta nel cerume delle orecchie)

Io: "Sì in effetti... Scusi, mi dà anche un cornetto?"
B: “Vi consiglio quello integrale, o quello semplice, lo volete?
(Ti sembro uno che va al bar per prendere un cornetto integrale? È come andare da una escort e darle 200 euro per un bacino sulla fronte)
Io: “C’è alla crema?
Il barista inarca le sopracciglia, fa un sospiro e mi lancia uno sguardo di profonda disapprovazione, come il direttore di un centro di disintossicazione di fronte al drogato che torna lì per la quinta volta.
B: “Come no.... Eccolo il cornetto alla crema, stava qui aspettando proprio a voi. Mmò mmò mi ha detto «Ma il dottore ancora non è ancora passato? Mi sono sistemato tanto bello apposta per lui, co’ tutta sta crema ‘nzevosa e piena di colesterolo...»
(Devo farti vedere le analisi del sangue e delle feci per un cazzo di cornetto? Per le seconde, ci mettiamo un attimo, sono a tanto così dal cacarti in faccia)

A un certo punto entra una donna che sembra aver appena ingoiato una cassettiera rococò, sta tentando di digerirla, ma sta avendo la peggio.
Il milord mi guarda e bisbiglia a bassa voce: "Ma c’era una mostra di Botero e hanno portato il primo quadro?"
Quasi mi sorprendo che un tipo così conosca Botero, forse c'è ancora qualche speranza per lui.
Poi si rivolge alla cliente chiedendole cosa prende.
"Una spremuta d'arance. Ma senza ghiaccio. E senza zucchero".
E lui: "A sto' punto va bbuon’ se ci levo anche le arance? Non sia mai vi si piazzano sullo stomaco..."
Lei: "Ma che modi! Come si permette? Che razza di posto è questo?" ed esce sdegnata.
Lui: "Signò, scusate, stavo pazziann. Su, tornate, abbiamo messo pure i rinforzi alle sedie” e scoppia a ridere da solo.
Illuso che lo sfottò verso la trippona abbia distolto le attenzioni da me, inizio a mangiare il cornetto, ma al primo morso il tipo mi fa: “Dottò, buon appetito, ma fate attenzione che di questo passo addiventate comm’ ‘a signora, e in realtà noi qui le sedie rinforzate nun ‘e tenimm”.

Ok, è andata, da domani dieta.
Anzi no, cambio solo bar.

venerdì 2 gennaio 2015

Gegia, Michele e Mamma dance



Notizie che non possono passare inosservate (anche se non c’entrano niente con gli avvocati).
Da leggere attentamente dall’inizio alla fine. Possibilmente lontano dai pasti.

Leggi qui

L'attrice Gegia ha un toy boy 31 anni più giovane: «Mi piace ma a volte sembra mio figlio»

E così Gegia, 55 anni, ha un toy-boy, un fidanzato di 24 anni, Michele.
Questo illustre rappresentante della migliore gioventù italiana, sulla carta d’identità, alla voce “professione”, dopo anni di studio matto e disperatissimo può finalmente fregiarsi dell'ambìto titolo di “ragazzo immagine protagonista del tormentone estivo «Mamma Dance»" (questo qui).
Gegia, poi, per il gusto sadico di rigirare il coltello nella piaga della pubblica decenza, reputa carino condividere coi lettori alcuni dettagli raccapriccianti: "È difficile arginare il suo grande desiderio di riempirmi di baci e coccole".
Subito dopo, tuttavia, forse per tirarsela un po’, aggiunge: "Ci stiamo frequentando però non me la sento ancora di dire che è il mio amore". E già immaginiamo il povero Michele che, leggendo l’intervista, si tortura al pensiero di non essere abbastanza per una strafiga di alta classe come Gegia (“Sono diventato ragazzo immagine, ma per lei non sono abbastanza. Cosa può volere di più? Cosa ci può mai essere, nella scala sociale, un gradino sopra al ragazzo immagine?”).
Poi, una doverosa precisazione: "È stato lui a fare il primo passo". Non sia mai i suoi fans dovessero pensare che il loro idolo se ne va in giro a rimorchiare ragazzini. Proprio lei, l’unica attrice che nei B-movies italiani anni ’80 non veniva scopata a ripetizione dal Buzzanca di turno (oltre la Sora Lella, ovviamente).
Verso la fine, però, la cosa prende un'inattesa piega pericolosamente border-line: "Non ho figli ma certe volte Michele è come se lo fosse".
Per fortuna, le inquietanti implicazioni freudiane che potenzialmente scaturirebbero da questa affermazione, vengono lasciate allo stato embrionale.

Ricapitolando: Michele desidera ardentemente riempire di baci e coccole Gegia (sì, avete capito bene, la "spalla" di Jerry Calà, inscopabile già negli anni '80); e desidera farlo pur sapendo che Gegia (che oggi assomiglierà a Maga Magò “reinterpretata” da Picasso) non solo non lo ama, ma addirittura lo considera un surrogato del figlio che non ha mai avuto.
Cazzo, per una trama simile Shakespeare avrebbe venduto il culo al diavolo. A confronto, l’Otello sembra una puntata dei Puffi.

Ora, possiamo provare a tirare le somme e a fare alcune ipotesi:
1) Michele ha perso miseramente una fottuta scommessa con gli amici e deve pagare un pegno che ricorderà per tutta la vita. Il fatto che sia stato lui a fare la prima mossa sembrerebbe avvalorare questa tesi.
2) Michele, non pago dei successi professionali raggiunti (ragazzo immagine nel video di "Mamma dance", praticamente l'anticamera dell'Oscar), ha letto la storia di Ashton Kutcher e Demi Moore, ne è rimasto folgorato e deve aver realizzato che oggi, per fare carriera nello showbiz, bisogna mettersi con una star "matura".
Il progetto iniziale era provarci con Sharon Stone, ma (per motivi incomprensibili) qualcosa, nel piano geniale di Michele, dev’essere andato storto. Si sa, anche i piani geniali hanno qualche piccola falla.
Quindi, dopo un bagno di umiltà, ha deciso di concentrarsi su un target più abbordabile.
3) Io però propendo per una terza ipotesi: siamo arrivati alla fine, questo è solo l'acconto, tra un po' inizieranno a piovere rane sui ragazzi immagine, e le cavallette divoreranno tutte le copie di “Mamma dance” in circolazione. Michele, che impiegherà un po’ a capire cosa sta succedendo, cercherà di mettere in salvo le cose più care (il suo book fotografico e le mutandine di pizzo regalategli da Gegia). Ma non ci sarà scampo neanche per lui.




sabato 27 dicembre 2014

I Praticantini (1)



Ecco cos'avevo scordato... In fondo c’erano solo due appunti nel blocchetto “Ricordati che devi fare queste cose, coglione”: aggiornare le cazzate del blog e risolvere una volta per tutte il contenzioso col provolone ammuffito che spadroneggia nel frigorifero da settimane, e che ormai ha gettato le basi per un ripensamento a 360 gradi del concetto stesso di “puzza di merda”.
Roba che tra un po’ ci sarà una sua foto su Wikipedia, alla voce “Prove scientifiche della non esistenza di Dio”.

Quanto al pezzo di formaggio, era dura.
Gli ho scatenato contro un intero reggimento di arbre magique, ma dopo un po’, di fronte al fetore ancestrale, il commando di alberelli verdi ha disertato in blocco.
Alcuni sono rimasti talmente traumatizzati da finire nella spirale della tossicodipendenza. Solo che al posto dell’eroina si iniettano nelle vene fialette puzzolenti. Un po’ come Christopher Walken nel Cacciatore, che resta a Saigon dopo la fine della guerra e sprofonda nel “giro” delle roulette russe...
In effetti, quel pezzo di formaggio era inquietante, ogni giorno cambiava forma, sembianze, colore e puzza.
Lavoisier c’aveva visto giusto fin dal ‘700 quando realizzò che “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Anche lui doveva essere uno che dimenticava la roba in frigo.
Spesso, poi, nelle metamorfosi del provolone, in superficie appariva una curva, e sembrava quasi che mi facesse un sorriso. Invece era solo un solco scavato da un verme.
Ma io mi illudevo. Certe sere tornavo a casa, aprivo il frigo, e quello era l’unico sorriso che avevo ricevuto durante l’intera giornata... Almeno qualcuno era contento di rivedermi.

Quanto al blog, mi ero detto "Domani scrivo un'altra stronzata" e sono passati 3 anni.
Vabbè, ovviamente in questi 3 anni non è cambiato quasi niente.
Anzi, in realtà qualcosa è cambiato.
Lo studio ha preso due praticanti, "un maschietto e una femminuccia", come li ha presentati il Capo.
Sicuramente si aspettava risate sincere di approvazione, e invece sono seguiti i 30 secondi più lunghi della giornata, fatti di silenzi imbarazzanti, sorrisi forzati e abortiti sul nascere e sguardi bassi (un po’ quando molli una scoreggia nel mezzo di un funerale).

Comunque sia, per tutelare la privacy dei nuovi praticanti, li chiamerò Praticantino e Praticantina.

Ho assistito al colloquio di Praticantina e, avendola conosciuta in seguito, posso ipotizzare che, nella sua mente, le cose siano andate più o meno così.
Dopo due-tre domandine “tecniche”, si passa alla parte “motivazionale”.

Avv: "Perchè vuole venire a lavorare proprio qui da noi?".
Praticantina: (Perchè gli ultimi 10 avvocati con cui ho fatto un colloquio stanno ancora ridendo per le cazzate giuridiche che ho detto. Uno addirittura se n’è segnate un paio e mi ha chiesto la liberatoria, le utilizzerà in uno spettacolo di cabaret sugli avvocati.
Ah, sono le stesse cazzate che ho detto a te, ma tu mi sembri troppo coglione per accorgertene)
"Perchè la mia aspirazione professionale è formarmi in uno studio legale «boutique» come il suo, una sorta di «laboratorio artigianale del diritto»".

Avv (ringalluzzito come quando una escort ti dice che, come l’hai fatta godere tu, non c’era riuscito nessuno): “Mi ha tolto le parole di bocca! Qui non facciamo cause e basta; noi condividiamo sogni, speranze, lacrime, sangue e sudore coi clienti. Qui non scriviamo contratti tutti uguali; noi cuciamo «abiti sartoriali» addosso ai clienti.
Lei pensa di essere in grado di rendere un servizio artigianale di alta qualità, piegandosi con estrema flessibilità alle esigenze dei clienti?”.
Praticantina: (Tutti che continuano a chiedermi di “piegarmi” per fare “servizi”... La mia fama mi ha preceduta?)
 Ma certo!” (se vuole, inizio a piegarmi già adesso).

Avv: "Lei è disposta a rinunciare alla sua vita privata, ai suoi hobbies?".
Praticantina: (Ai miei 7 gatti ci pensa mia madre. Ora che non sto più a casa tutto il giorno, senza cercarmi un lavoro, lamentandomi con lei del fatto che non ho un lavoro, mi ha promesso che smetterà di bere. E la collezione di bambole di pezza cucite a mano, e vestite con abiti dell’era vittoriana, a pensarci bene sopravviverà anche senza di me. Anzi, finalmente la sera avrò qualcosa di interessante da raccontare loro, ultimamente le vedevo un po’ annoiate)
"Assolutamente! Io ormai penso soltanto alla pratica forense. Dal parrucchiere non leggo più Novella 2000, ma solo Top Legal".

Avv: "Che mi dice della gestione dello stress?".
Praticantina: (Stress? Prozac, Xanax, Prozac, Xanax, ..... Zitta cretina, vuoi farti sgamare? Oh, non ci posso fare niente, è un riflesso incondizionato quando sento parlare di stress. Cazzo, ma sto parlando da sola con me stessa, ancora una volta? Devo smetterla. Sì, infatti, piantala subito. L’ho appena detto, smettila di riprendermi in continuazione. Zoccola. Troia)
Stress? Non so cosa sia, sul lavoro sono un carrarmato”.

Avv: “Lei è più brava nel problem solving o nel problem preventing?”.
Praticantina: (A dire il vero la mia specialità è il “problem hiding”: quando c’è un problema lo nascondo come la polvere sotto il tappeto. Tanto in uno studio legale posso durare talmente poco che, quando scopriranno la boiata, io sarò già andata via da un pezzo. Cazzo, sono un genio.
E comunque, a dire il vero, ultimamente i problemi mi piovono addosso come grandinate. Non so se è colpa di Venere che si è messa di traverso, come dice l’oroscopo di Branko, o se devo dare ascolto alla cartomante sotto casa e “smettere di interiorizzare le negatività delle persone cattive che mi circondano”. Forse ha ragione la cartomante. E lei è sicuramente una in gamba: può permettersi di chiedere 50 Euro a seduta)
"Problemi? Quelli li elimino senza pietà, come uno spermicida fa strage di spermatozoi".
(Ma non potevi trovare una metafora meno imbarazzante? Scusa, è la prima che mi è venuta in mente, non so perché. Lo so io, ovvio, è perché sei una zoccola. E tu sei una puttana. Oddio, sto male, mi serve lo Xanax! Crepa, idiota)

Avv: "Lei è ancora giovane. Oggi, dal mio punto di vista, se una donna vuole fare l’avvocato deve rinunciare, per un bel po’, anche alla maternità. Non è che tra qualche mese m’inizia a scodellare bambini sul Commentario al Codice Civile?”.
Praticantina: (E chi si ricorda come si fanno, i figli. E poi se mi presentassi a casa con un bambino, i gatti impazzirebbero di gelosia... Salterebbero nella culla e gli mangerebbero la faccia. E dopo toccherebbe a me... No, non è cosa)
Niente bambini in vista. Di questi tempi, un’avvocatessa è geneticamente incompatibile con pannolini e favolette: i primi rischiano di sporcare il tailleur prima di un’udienza, e le seconde, beh, al massimo le raccontiamo ai clienti quando va male una causa”.
Segue fragorosa risata di entrambi, ormai complici. Come due vecchi amici, navigati puttanieri, che ogni anno fanno una rimpatriata per rievocare i vari culi profanati ai tempo d’oro.
Praticantina: “Fossi stata io la protagonista de «La scelta di Sophie», avrei dato via entrambi i miei figli, se il giorno dopo mi scadeva un atto”.
Ghigno sinistro e occhiolino di approvazione da parte del Capo.

Avv.: “Lei è sposata? Fidanzata? Non è per farmi gli affari suoi, sa, è per una questione puramente organizzativa. Non vorrei sentirmi dire che non può lavorare a Capodanno perchè il suo fidanzato ha prenotato un weekend romantico a Cortina”.
Praticantina: (Non c'è pericolo. Il weekend più romantico col mio ex è stato sulla spiaggia pubblica di Ostia.
L’alloggio? Mi aveva promesso "una sistemazione calda e informale, un ambiente familiare, un posto in cui proverai la sensazione di essere già stata". Abbiamo dormito nella sua Fiat Duna del 1991, comprata di seconda mano, e quasi certamente usata da qualcuno per una rapina in banca.
Aveva uno sportello di un colore diverso dal resto della carrozzeria, ingranare la retromarcia era una scommessa (entrava solo se non faceva troppo umido), e un finestrino spaccato era tenuto su con lo scotch, come le finestre delle villette americane che si preparano ad affrontare un tornado. Ma aveva i sedili reclinabili: “Vedi, piccola? Quest’auto sarà il nostro Cupido”.
Mi ero illusa che la serata potesse prendere una piega romantica quando mi ha detto "Ho qualcosa di dolce per te, non vedo l’ora che l’assaggi". Pensavo a dei cioccolatini a forma di cuoricini, e invece ha tirato fuori dei preservativi aromatizzati alla frutta.
Dopo un po’ ho scoperto che quella Fiat Duna era molto... “frequentata”. Anche da mia cugina. Soprattutto da mia cugina. Del resto, dovevo aspettarmelo, è sempre stata in competizione con me. In famiglia io ero la “laureata”, ma lei sottolineava sempre di essere l’unica “maggiorata”.
In ogni caso, io e il mio ex prima o poi ci sposeremo. Me l'ha detto la cartomante, per di più dopo una seduta particolarmente impegnativa. Ho anche pagato 100 Euro, la tariffa per la formula “responso garantito al 100%”, quindi non può essersi sbagliata.
E poi mi ama ancora. Sì vabbè lui non lo sa, ma per il momento lo considero un dettaglio irrilevante.
E un giorno sarà mio. Supererò tutti gli ostacoli sulla strada del nostro amore: le tette rifatte di mia cugina, le brutte cose che lui mi ha detto l’ultima volta (“Butta il Prozac nel cesso e impiccati”), le denunce per stalking che ha presentato nei miei confronti. Ma è stato lei a manipolarlo. Sì, un giorno lo farò rinsavire. Con le buone o con le cattive. Non posso sbagliare, so come si fa, ho preso appunti da Misery non deve morire)
Sono completamente libera. Ormai sono sposata al Codice civile commentato”.

Avv.: “Perfetto! Lei è dei nostri. Benvenuta a bordo”.
Praticantina: (Evvai! Stasera si festeggia! Croccantini deluxe per i gatti, e un sms anonimo al mio futuro marito: “Indovina chi inizierà la pratica in un prestigioso studio legale, pur senza essersi rifatta le tette (a differenza della propria cugina)?”)